Questa notte io e uno dei miei grandi amici abbiamo parlato a lungo.
La comunicazione scritta non mi si addice per nulla, non riesco mai in alcun modo a trasmettere quello che ho in testa nel modo migliore, scrivo parole in tutta fretta, punteggio e cancello in continuazione perché vorrei dire mille cose che in realtà a voce riesco a esprimere sempre in modo convincente.
L’argomento è sempre lo stesso, la metodologia di come trasmettere le nozioni e vivere quello che suoniamo nel modo più corretto. Molto spesso mi chiedo se avessimo intrapreso fin dall’inizio strade diverse che tipo di sound o che metodologia di approccio mentale avremmo avuto riguardo il nostro linguaggio musicale. Eravamo insieme e sentivamo anche dei brani finiti del mio disco e altri quasi finiti, che sono belli e funzionano bene ma sono stanco del mio mondo e voglio tornare e spiccare il mio volo e scrivere cose diverse, tornare a stare più tempo con lui, essere educato nel suo stile…è da quando sono ragazzino che sono affascinato da lui non ho mai smesso di esserlo e dato che anche lui mi vuole bene mi da sempre questa opportunità vorrei avere di più.
Io e lui viaggiamo su pianeti completamenti diversi, ogni volta che apro bocca mi “cazzia” solo se dico 7b 🙁 a volte lo mando pure a quel paese, ma tanto non risolvo nulla, perché riparte peggio di prima, e mercoledì mi ha massacrato a sto giro Non concepisce minimamente cosa sia il senso di una scala, di un modo, di un rivolto…eppure nel corso del mio tempo, della mia vita ho dovuto sempre utilizzare e dipendere da concetti indispensabili come, allenamenti all’orecchio relativi al suono di scale, memorizzazioni di modi di scale, regole armoniche…
Attenzione mi spiego meglio, questo mio amico sa benissimo cosa siano queste cose ma sono estranee al suo modo di pensare. La chitarra di questi 30 anni è cambiata ha deviato una linea di evoluzione culturale…non è più quella che era una forma di linguaggio universale probabilmente,
Il problema però è che però se ti viene trasmesso questo modo di approccio alla musica fin dagli inizi non puoi far altro che continuare a parlare quella lingua, come parli la tua lingua madre da quando sei in fasce a casa con i tuoi genitori. Nel corso del tempo su determinati concetti sono riuscito ovviamente bene a staccarmi e pensare ad un linguaggio, “a cantare la mia chitarra” e non a pigiare i tasti ma è così difficile farlo bene su determinati brani che non fanno parte della nostra cultura…perché? Perché noi parliamo una lingua diversa, anche se mio padre Celso mi ha amato più di se stesso non mi ha fatto crescere dove si suona nei bar dalla mattina alla sera il rock’n’roll o il blues, o gli standard jazz ma spesso mi alzavo la mattina da bambino sentivo purtroppo Gelato al cioccolato…e anche molti di voi purtroppo lo so….
E’ un problema di linguaggio, automatismi e culture e in fondo dopo 4 giorni di riflessione ha molto ragione, anche se trovo indispensabile e lo sa anche lui che determinati concetti debbano esserci per chiarire alcune simmetrie che avvantaggiano la tecnica…basta chiarire subito che quello non sia musica…
Gigi ti voglio bene,
ps
Tanto la semiacustica nera te la fotto 🙂
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