Ieri ho passato come spesso accade una giornata importante con uno dei miei più importanti soci e collaboratori Giorgio Andreoli.
Abbiamo insieme analizzato tanti argomenti e frammenti dei brani che ci riguardano delle cose che scrivo e stiamo registrando insieme. Il motivo per cui riporto questi screenshots dei Pantera è presto detto e ve lo spiego subito se avrete la pazienza di leggere fino in fondo. Nella cultura dalla quale deriviamo credo, siamo abituati a selezionare le cose in genere raffinate ed elaborate per distinguerci dalla massa, più che altro per elevarci a livelli superiori. La cosa più che altro che fin da subito ti insegnano è che devi sempre apparire come quello “più capace”, ” il migliore dell’altro”, “il vincente”…insomma “un conquistatore”, questo per lo meno è un concetto credo molto europeo nel quale sono nato e con il quale sono cresciuto. Tutto ciò si è sempre discostato dai sogni che hanno pervaso il mio cuore di bambino, non dimenticherò mai quel giorno del 1982, in cui io e mia sorella Viviana eravamo nel primo supermercato aperto nella città vicino a Legnano che apri (che brutta roba) 🙁 e vidi quella cassettina con scritto Kiss rock Bottom,(nella cassettina c’era Rockn’roll all night)
le chiesi di poterla avere, e da quel giorno non smisi mai di ascoltare la chitarra credo 🙂 Fu quello la cosa che mi piacque fin dall’inizio, sentire Gridare Rock Bottom e i distorsori a manetta anche se non capivo cosa fossero…saltavo sempre sul divano! Nel corso del tempo quando chiesi di poter a 10 anni di studiare seriamente la chitarra dovetti sottostare allo studio della chitarra classica, decisamente quella cosa non mi piaceva per niente, mi annoiavo io non ero nato per fare quella cosa e iniziai a scoprire a 13 anni chi fosse Jimi Hendrix e cose sempre più articolate, e passo dopo passo mi venne data l’opportunità di avere in mano uno strumento a corde di metallo con un amplificatore e così via fino a conoscere alcune persone che già a 15 anni mi spiegarono come funzionavano alcuni aggeggi per fare cose che mi piacevano e suonare generi che desideravo da tutta la vita volevo. Ma non andava bene lo stesso, perchè se volevi essere “bravo”, dovevi essere competente al 100%, conoscere tutto di tutti, macchine, editing, lettura, eterogeneo nel modo di suonare e paragonarti sempre con il meglio che c’era al tempo…e io avevo sempre davanti a me già dei mostri sacri, e questa cosa mi ha sempre portato sconforto…determinati obbiettivi non didattici, ma legati ad essere un artista che poi tutti rivedevano, in Jimi Hendrix, In Van Halen, o altri io non li vedevo…non vedevo la gioia, non vedevo il ritrovo, il divertimento, non trovavo la band con la quale condividere il mio piacere di creare sound, avevo a che fare solo con il bustocco che mi deve far vedere che le scale le fa più veloci di me, oppure quello che mi critica in continuazione perchè cicco in continuazione perchè sbagliavo un pezzo mentre lo suonavo nel negozio del mio migliore amico e così via. Dove cazzo era quella roba che negli stati uniti a cui tutti gli italiani si appellavano ma che poi nessuno riviveva nel quotidiano? Dove era quella linfa che mi aveva spinto fin da bambino a prendere a suonare 8, 9 o 10 ore al giorno la chitarra e piangere di notte per il desiderio un domani di scrivere canzoni per i fan che mi avrebbero amato? O per la persona che avrei amato per tutta la vita? Boh…io sta cosa non la capivo…
Probabilmente nel 95′, 96′ totalmente strafatto dal modo di suonare ed ascoltare Steve Vai, Satriani o cose del genere quando mi si propinava un determinato modo di fare sound ho sempre messo più da parte i miei gusti, le cose semplici, le cose dirette, gli impulsi che ne derivano dal cuore. Ognuno di noi li ha, sono quello che in genere metti da parte crescendo perchè ritieni la tua parte ormai da non considerare nella fase adulta, mi si propinavano vulgar display of power e io li commentavo come “ma non senti che è roba trash da tamarri?” Non ascoltavo più nulla di quello che avevo sempre ritenuto una cosa importante della formazione della mia mente, non tanto il suono ma le dinamiche della formazione intorno al suono, ovvero come le cose venivano costruite. Oggi riguardando determinate persone come Dimebag Darrel dal vivo, vedo e sento un musicista strutturato senza latenze, solido, perfetto con un suo stile
imparagonabile…perchè? Perchè è lui ha i suoi riff, perchè gli ha pensati, forse perchè ha sempre suonato senza pensare ai pregiudizi con suo fratello nella sua band, semplici accattivanti, su figure ritmiche pressanti, e nel corso del tempo sempre più nitidi precisi e coinvolgenti fino a creare un genere specifico. Molti di noi, la maggior parte nel nostro paese, ricalca orme del passato, non inventa, rivive vite musicali che non sono le proprie per paura di un giudizio, non di certo morale se volete tecnico, ma di sicuro come dire di mala figura o legato a volte al businnes di un mercato morto. Non penso che Kirk Hammet quando ha fatto il solo di Enter Sandman abbia troppo pensato ad un giudizio tecnico, legato al gusto su alcuni passaggi di intonazione…è il suo stile, è il suo modo di suonare…ma ammettiamolo i Metallica sono dei geni hanno rivoluzionato la storia del Heavy Metal dopo gli Iron Maiden, io li amo entrambi e sempre dico sempre quando sono solo, perchè mi vergogno a volte canto urlando le loro canzoni e ho sempre la pelle d’oca.
Ora però chiariamo una cosa, un conto è avere una band di amici e un conto è voler suonare seriamente uno strumento e fare in modo che diventi sempre di più parte della tua vita, fino a far sì che possa darti da mangiare anche prestandoti come chitarrista per tante situazioni musicali. Sono cose diverse, ovviamente, in questo caso è palese che devi essere più eterogeneo come ho detto all’inizio di questa riflessione ma ciò non toglie che la tua formazione debba toglierti secondo me il piacere e il gusto di pensare in questo modo al suono, quando faccio un tuffo nel passato su determinati musicisti e autori, di come possiamo dire “calibro” tecnico o compositivo superiore a questi che ho riportato, prendi Charlie Parker, Miles Davies, Dexter Gordon, Thelonius Monk ecc provengono sempre ad una cultura che non ci appartiene, come da un isola che in fondo non c’è…mi viene da ridere, ma è così…buffo eppure allo stesso tempo triste, sento spesso suonare questa stupida Summer time, e le devo suonare pure io anche se sono di Milano…vabbè…hanno fatto i Pantera, come Jimi, come Miles..mi sa che faccio bene io e sperare nel continuare a scrivere la mia musica, chissà mai che un giorno come diceva uno:
SPERIAMO CHE CE LA FACCIO 😉