Bè dire proprio “costruiamo” è una parola un po grossa…perchè va bene le ricette imparate, però poi c’è sempre quel qualche cosa che non ci spieghiamo fino in fondo.
Si chiama “sentire”!
Oppure diciamo che io in modo poco corretto lo definisco “sentire”, “ascoltare”, “percepire” l’esprimere meccanicamente un susseguirsi di intervalli “facili” che dipingono alla perfezione una forma accordale.
Qui un esempio, una minore con un settimo grado maggiore (perchè no?) si dai intendiamolo così e la risoluzione su una III minor che da spazio alla mia scala maggiore.
Ecco cosa viene fuori.
Io non so bene cosa pensare ad un certo livello, ma credo che se dovessimo andare a suonare per Simona Sventura o Maria Da Filippi ci chiederebbero in orchestra di riuscire a fare un solo su questioni armoniche similari…
Ecco magari meno aggressive di me 😉