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Cosa è il Blog di Marco Buracchi

Difficoltà, dubbi e incomprensioni: il mio percorso è stato come quello di tanti adolescenti che come me hanno deciso di imparare a suonare uno strumento. La voglia e la tenacia però, hanno sostenuto la mia formazione e cercare di comprendere molti autori e musicisti, fonti di ispirazione, hanno fatto scattare in me quelle forti emozioni che pian piano hanno reso sempre più facile ed intuitivo l’apprendimento. Col tempo e la consapevolezza ho iniziato ad appassionarmi e ad amare la didattica e l’insegnamento, ma soprattutto a non smettere mai di imparare. Ad un certo punto del mio percorso formativo, ho deciso di aprire un canale web per riportare a tutte le persone che hanno deciso di intraprendere il mio stesso cammino ed anche ai semplici curiosi, una serie di contributi volti ad approfondire alcune tematiche inerenti alla chitarra e non solo. Il mio blog www.marcoburacchi.it/blog è attivo ormai da molti anni, i contenuti sono diversi: esercizi meccanici, teoria, solfeggio, concetti armonici etc. Credo molto nel blog e soprattutto nel concetto di condivisione globale e gratuita che esso rappresenta. Attenzione però, tengo a precisare che il blog non è un metodo didattico, leggendolo è comprensibile come le lezioni saltino da un argomento ad un altro senza una logica, questo perché i post rappresentano lezioni mirate di approfondimento.

Prima di iniziare ad affrontare le tematiche che riguardano il nostro strumento, desidero invitarti a fare alcune riflessioni, su quello che deve essere a mio parere, punti di estrema importanza riguardo il percorso che dovrai intraprendere.

Non avere pregiudizi su gli stili

Riguardo i generi musicali cerca di non avere pregiudizi ne di ascolto, ne tanto meno di approccio riguardo ad uno studio didattico. Ritengo assolutamente necessario, affrontare diverse forme musicali qualunque possa essere la forma dalla quale tu provieni. Molto spesso il chitarrista heavy metal è un po’ ostico vero l’approccio di uno stile blues, tanto quanto il chitarrista jazz, è piuttosto avverso ad un ascolto verso generi diversi. Si deve avere una apertura mentale maggiormente aperta e con orizzonti più ampi. Questo ci consente di apprendere e incorporare, tecniche diverse e variare forme di linguaggio più personalizzate.

Trascrivere ciò che si ascolta

Grazie alla tecnologia di oggi, possiamo con maggiore semplicità, rallentare ciò che ascoltiamo, sforzarsi di prendere eventualmente dei piccoli frammenti, che facciamo fatica a comprendere ed metterli in loop. Tentare di trovare sulla tastiera le note corrette eventualmente del licks che ci interessa e trascriverlo su di una tablatura. Questo ci serve molto per educare la nostra sensibilità, riguardo le posizioni delle note sulla tastiera. Non solo è fondamentale anche per educare una nostra percezione delle intonazioni. Una cosa che ripeto spesso grazie all’opportunità di avere schede audio e sistemi di pc a basso costo è quella di registrarsi sempre. Qualsiasi cosa tu stia facendo, essi siano esercizi meccanici, improvvisazioni melodiche, o esecuzioni di temi. Ritengo fondamentale un riascolto di tutto quello che tu costantemente suoni nel tempo. Questa dinamica comportamentale ti farà comprendere nel corso del tempo quanto tu stia cambiando, ed ovviamente nel bene e nel male ti darà una chiara proiezione auditiva di come suoni senza scusanti quando ti riascolterai.

Utilizzo del metronomo

Sempre, sempre, sempre il nostro click! Deve entrare dentro la nostra testa e far parte di noi. Il metronomo aiuterà la nostra cordinazione ed il nostro andare a tempo nelle fasi iniziali. Non è possibile pensare di fare progressi tecnici senza l’utilizzo del click (metronomo). In base ad esso comprenderemo soprattutto per chi inizia da basi poco solide, come si determinano gli accenti in modo corretti, le divisioni fondamentali, in termini di quarti, ottavi, sedicesimi, trentaduesimi, terzine di ottavi, terzine di quarti ecc.

Ansia e aspetti mentali

L’ansia da prestazione gioca molto spesso un ruolo determinante su questo argomento e sulle nostre prestazioni. Ricorda innanzitutto che non siamo macchine e non tutti i giorni sono uguali, non possiamo ad ogni approccio avere identiche risposte. Ci sono momenti che possiamo avere livelli di concentrazione più elevata, oppure casi in cui il nostro modo di approcciare allo strumento è disturbato da varie cose che influenzano la nostra vita nella quotidianità. Per esperienza ti dico che spesso lo studente cerca di insistere su un terreno che non da frutti, meglio fermarsi e dirigersi in direzione opposta o prendersi totalmente una pausa. La proiezione di come ci vediamo interiormente come musicisti è fondamentale credimi! Se ci sentiamo piccoli e insicuri, questo sarà il lato che emergerà nelle nostre mani e nel suono del proprio strumento. Molto spesso a volte un musicista sicuro anche se suona una nota sbagliata, se lo fa con decisione e convinzione, la fa risultare gradevole e poco fuorviante rispetto al contesto armonico. Ricorda i punti di vista sono spesso relativi, esistono regole ma non valgono per tutti, non farti condizionare sentiti libero e sperimenta nel tuo mondo, cerca di sognare e divertiti.