Prima di giungere ad un ripasso importante riguardo le cadenze ,la prima cosa che ci deve venire in mente da pensare, riguardo le nostre note di qualsiasi scala essa si parli, sono gli intervalli delle stesse e le proprie sonorità fra di loro.
Quanto mi ha sempre affascinato la sonorità di una determinata scala rispetto ad un’altra, addirittura nonostante all’inizio le strane sonorità che non riuscivo a comprendere fin da ragazzino ho scoperto poi, nel corso degli anni, che Beethoven nel periodo romantico fece un uso proprio ed grandioso a intervalli di 4 aumentata, ad esempio parlando della scala Lidia(Vedi Op 132 in A minor)
Chiaramente rispetto a come concepiamo noi l’essenza dei “modi”, nel contesto moderno, il concetto di plagale è molto diverso
ma in ogni caso l’essenza dell’intervallo è importante analizzarlo in ogni “modo” partendo proprio da li.
Da questo riporto con affetto e un semplicissimo sunto su gli intervalli consonanti, per il mio Carlos, Fabio, Enzo persone serie che studiano davvero tanto e si applicano con una metodicità davvero degna dei loro risultati. Questi concetti sono semplici da memorizzare, utili anche per le armonizzazioni sulle scale che abbiamo nel corso del tempo usato, e a volte non ancora approfondito ma utili per i miei amici da vedere.
CONSONANTI: ricorda che tutto è soggettivo nessuna regola è dogma, ogni cosa è plasmabile per le tue idee e modificabile nel tempo, in ogni caso comunque la consonanza è idea di stabilità
[Intervalli giusti] 5°, 3°b, 3°M, 6°b, 6°M
DISSONANTI: genera instabilità e porta a risolvere di solito su di un intervallo consonante
[Intervalli eccedenti e diminuiti] 2°b, 2°M, 2°#, 7°b, 7°M
Come vedi non ho riportato l’intervallo di 4° giusta poiché lo riteniamo una eccezione, posta però in questi termini:
È sempre da ritenere dissonante come intervallo se isolata rispetto a qualsiasi nota di una scala
Facciamo dunque questa riflessione interessante, sul nostro manico come inizio di approccio, un secondo rivolto suona
decisamente diverso, non riesco a dire dissonante per la sua disposizione visti gli intervalli, rispetto ad un primo rivolto.
Ulteriore piccola importante differenza su gli intervalli consonanti divisi fra:
CONSONANZE PERFETTE: 4° giusta, 5° giusta
CONSONANZE IMPERFETTE: 3°b, 3°M, 6°b, 6°M
Il concetto di dissonanza per cui, è molto legato a una questione di sensibilità, cultura e interpretazione dei suoni. In ogni caso serve per rendere, all’interno delle forme dei nostri accordi, ciò che vorremo rendere instabile a stabile. Vedi l’effetto chiaro che rende un accordo di dominante sospeso quando risolve (evidente), la dominante stessa che contiene una 7° su una 3° maggiore, l’accordo diminuito, e così via. In ogni caso ognuno di noi, per i suoi gusti, chiaramente seguendo determinate regole, armoniche può sviluppare una determinata sensibilità riguardo le cadenze e i colori degli intervalli, così come l’interpretazione delle scale minori e l’utilizzo delle scale minori, riguardo gli accordi di dominante alterato.
Buon ripasso Marco Buracchi