“”La consonanza più perfetta dopo l’unisono, è il suono che nella serie degli armonici si presenta per primo, quindi spesso anche il più sensibile:
stiamo parlando dell’ottava ovviamente!
Poi viene la quinta, infine la terza maggiore, invece la terza minore e la sesta maggiore e minore da un lato non sono rapporti del suono fondamentale, dall’altro non si incontrano nella serie ascendente degli armonici.
Questo spiega loro, perchè un tempo potessero o meno, essere definite consonanze.
La quarta, invece viene definita consonanza imperfetta, è un rapporto della fondamentale ma in direzione opposta.
Nota bene che la 4 potrebbe essere considerata a questo punto come l’intervallo armonico di 3- 6+ 6-, ovvero una consonanza imperfetta.
Dissonanza invece è dettata da il rapporto fondamentale e seconda minore, la seconda maggiore, la settima maggiore e minore, la nona e così via…”
Di questo semplice concetto cosa si evidenzia?
Niente è vero, se non conosci la persona di cui ti sto parlando.
Niente è vero, se la cosa che conta di più per te, è l’approccio basato su quello che senti d’istinto e non dopo una acuta analisi didattico armonica che evidenzi come il contrappunto musicale possa portarti a creare quello che pensi da tempo.
Per l’amore del cielo io per primo non ho avuto l’opportunità di poter conoscere un grande compositore/teorico della dimensione di Arnold Schonberg, e anche se l’avessi ma incontrato cosa avrei mai potuto chiedere se non al limite soffermarmi ad ascoltarlo e leggere i suoi trattati?
Ora voglio scrivervi una cosa…voglio che la leggiate e che ne capiate davvero l’importanza e la riflessione che dopo personalmente da parte mia ne segue.
Colui che insegna composizione musicale è definito insegnante di teoria; chi poi ha scritto un trattato di armonia è definito addirittura teorico.
Eppure a un falegname, che anch’egli deve insegnare il mestiere al suo apprendista,non verrà mai in mente di spacciarsi come insegnate di teoria!
Semmai egli si definisce mastro falegname, che è però più designazione di condizione che titolo!
In ogni caso non si ritiene per nulla come un dotto, anche se alla fin fine conosce molto bene il suo mestiere.
Se esiste una differenza, essa può consistere nel fatto che il lavoro del musicista sarà solo più teorico rispetto a quello del falegname: il che non è poi così ovvio!
Il fatto che il falegname sappia come si uniscano solidamente tra di loro i diversi pezzi di legno si basa sulla osservazione acuta e sulla esperienza, così come avviene quando il “teorico” musicale sa collegare fra di loro con efficacia gli accordi.
Dunque, l’insegnamento del falegname si basa, come quello dell’insegnante di teoria, sull’osservazione, sull’esperienza, sulla riflessione il gusto, sulla conoscenza delle leggi naturali e delle proprietà del materiale.
MA ALLORA ESISTE PROPRIO UNA DIFFERENZA SOSTANZIALE?
Perchè dunque un mastro falegname non si chiama teorico, o un teorico della musica mastro musico?
La differenza: il falegname non dovrebbe mai intendere il suo mestiere da un punto di vista esclusivamente teorico , mentre il teorico in genere non ha nessuna capacità pratica….insomma NON E’ UN MASTRO.
Desidero fermarmi qui per ora.
Penso che questa riflessione di Mr Schonberg possa lasciare spazio già a molte riflessioni personali per ognuno di noi, ma la mia personale vorrei condividerla con voi tutti.
Ho avuto nel corso della mia vita diversi tipi di insegnanti, e debbo dire che anche troppi hanno avuto atteggiamenti molto “teorici”.
Amavano rivestire un ruolo che per certi aspetti ho rischiato e forse come il mio maestro Gigi Cifarelli troppo spesso mi rimprovera di avere.
Sia, come lui stesso sa, che ogni mia mossa è dettata dal buon cuore e dall’onestà intellettuale di fare le cose nel migliore dei modi…ma mi rendo sempre più conto che la musica deve essere condotta come un mastro e non come un maestro.
Un cultore dell’espressione, non che si atteggia nell’esercitare 3 nozioni più o meno complesse che si è appreso in un corso di armonia o contrappunto musicale, ma dipingere una parete intera nella comunicazione più convincente possibile senza pensare alla sintassi usata.
Mastro Gigi ecco cosa sto capendo, so benissimo che lui non accetta determinate mie riflessioni perchè nemmeno le considera….ma forse abbiamo età diverse e io per certi aspetti sono ancora fragile.
Schonberg diceva che era sempre disposto a mettersi in discussione e poter essere smentito dai suoi allievi.
Penso che questo sia alla base dell’onesta intellttiva del nostro mondo.
Ritrattare anche argomenti dei quali si era sicuri….CAPITE COSA HO SCRITTO?
RITRATTARE!
GIOCARE PARTE DEL PROPRIO LAVORO! si certo, perchè quello che conta è essere onesti ed andare oltre…
ecco il mio Mastro Cifarelli lo fa e me lo sta insegnando…non so quanti pseudo Jazzisti in italia lo facciano.
E pensare che lo criticano alcuni perchè a volte fa battute in napoletano…
Si vergognino e leggano trattati e manuali di armonia.